Su Punto informatico oggi è stato pubblicato un articolo dal titolo Utonti o software incomprensibili? che ha attirato la mia attenzione. Avevo già sentito la parola “utonti” in una discussione tra ingegneri informatici e, visto che non amo neanche la definizione utente, la storpiatura non mi era affatto piaciuta. Sono andato a leggere l’articolo, di cui preferisco non parlare, e anche alcuni commenti e uno di questi mi ha veramente lasciato di sasso. Un tale Hal, manco il coraggio del nome, alla fine del suo commento scriveva: “Figurarsi poi che il software dovrebbe adattarsi agli utonti, risultando anch’esso stupido quanto loro”.
Da questo commento si capisce il perché di tanti software e siti web cervellotici e scadenti. Farli in modo che le persone possano utilizzarli con semplicità e senza pensare a quello che c’è dietro, viene ritenuto stupido e ferisce l’amor proprio di certi signori, che per il solo fatto di saper scrivere qualche riga di codice o configurare qualche server, si sentono parte di una élite dalle capacità intellettive superiori.
Per fortuna che c’è la crisi, così tanti di loro resteranno senza far niente, per mancanza di “utonti”, ovvero clienti, e magari cambieranno mestiere.