“lo human-centered design non persegue soluzioni totalizzanti e definitive, bensì un continuo miglioramento
che si basa sui dati forniti dal coinvolgimento”

Test di usabilità, tutti li vogliono e nessuno li fa

10 Marzo 2021,in

I test di usabilità qualitativi sono, da sempre, lo strumento più efficace per valutare interfacce fisiche e digitali, ma spesso un “vorrei ma non posso” per ragioni di tempo e budget. “Costano troppo” e “ci vuole molto tempo” sono però due falsi miti. Vediamo perché, partendo dai fondamentali.

Nei test di usabilità gli elementi ai quali non si può rinunciare sono solo tre:

  • definire gli obiettivi e le domande di ricerca
  • reperire i partecipanti adeguati
  • fornire soluzioni ai problemi

Definire gli obiettivi e le domande di ricerca
In pratica si tratta di progettare i test di usabilità in modo adeguato, con degli obiettivi e delle aspettative condivise. Il modo migliore è farlo collaborativamente, coinvolgendo nella loro definizione anche aree che non sono parte attiva in quel progetto specifico. Se questa è una delle rare occasioni per coinvolgere i clienti, prospect o acquisiti, va sfruttata al meglio per fornire risultati utili a tutta l’organizzazione.

Reperire i partecipanti adeguati
La credenza che basti prendere qualcuno a caso, i vicini o i colleghi, è molto diffusa ma è distruttiva. Senza partecipanti perfettamente profilati i risultati saranno deboli con conseguenze anche gravi. Perché ogni modifica suggerita potrebbe creare problemi una volta che il sistema sarà utilizzato dai reali destinatari.

Fornire soluzioni ai problemi
Il report di un test di usabilità non è un elenco di evidenze più o meno gravi con un indice di severità. Senza indicare modifiche e punti di attenzione sui quali lavorare rimarrà, nel migliore dei casi, a prendere polvere sulla scrivania. Nel peggiore, scatenerà conflitti all’interno del team chiamato a fare le modifiche.

Come rispondiamo ai falsi miti.

Costano troppo
Massimizziamo il budget coinvolgendo anche altre aree nella definizione degli obiettivi e delle domande di ricerca e chiediamo a queste aree di fare la loro parte in termini economici. Profiliamo bene chi coinvolgere, così da limitare il numero di partecipanti. Abbattiamo i costi di implementazione delle modifiche chiedendo che siano indicate nel report quelle prioritarie. Fare i test di usabilità precocemente, perché fanno risparmiare i soldi spesi in ricicli di design e sviluppo e, successivamente, di assistenza ai clienti.

Ci vuole molto tempo
In realtà il tempo per le sessioni e per la preparazione di un report, completo di highlight delle evidenze, sono brevi. Per un test di usabilità con 7 partecipanti bastano 5/6 giornate lavorative. La sua progettazione, se fatta collaborativamente, non porta via più di 2/3 giorni. Sono i reperimenti che hanno bisogno di tempo, ma c’è un modo molto semplice per risolvere questo aspetto: pianificarli in anticipo costruendo il panel e iniziare la selezione delle persone quando le date delle sessioni sono confermate. Per abbattere ulteriormente i tempi, anche l’analisi delle modifiche può essere fatta collaborativamente, coinvolgendo i team di design e quelli di sviluppo in un workshop progettuale.

Come calcolare il costo di un test di usabilità
Le variabili significative sono: durata delle sessioni, numero dei partecipanti, tipo di partecipanti e urgenza. Il costo base con 7 partecipanti da remoto, sessioni di 60 minuti, reperimenti con bassa difficoltà e pianificati per tempo è di circa 5.500 euro (inclusi i reperimenti e gli omaggi). Un investimento limitato se paragonato ai suoi ritorni.

Conclusioni
Non ci sono scuse valide per non fare i test di usabilità. Valutare le interfacce di app, e-commerce, aree riservate e qualsiasi altro sistema può portare solo benefici, anche in termini organizzativi. Se affidati a un fornitore esterno e indipendente diminuiranno anche i conflitti e le discussioni tra i team sulle soluzioni progettuali.