Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di stefano (del 04/06/2013 @ 10:00:57, in Idee, linkato 3816 volte)
usertest/lab, il network italiano per la user research, ha svolto una ricerca in collaborazione con UX Fellows per indagare in che modo le persone di diverse culture usano spontaneamente i gesti per controllare un televisore e altre tipologie di prodotti elettronici di largo consumo. La ricerca è stata svolta in 18 paesi è ha coinvolto in totale 360 persone. Contesto della ricerca I comandi gestuali permettono alle persone di interagire con i device/dispositivi in modo molto più spontaneo. Console di video giochi come Xbox Kinect, così come le smart TV e alcuni smartphone, già usano questa modalità di interazione. Il primo passo, quasi naturale, è l'utilizzo dei pointing gesture in cui un dito o una mano prende il posto del mouse. La semantic gesture porta l'interazione su un'altro piano, ancora più avanti; qui il movimento di una mano può essere utilizzato per veicolare un messaggio riconoscibile. Un gesto della mano, che in una cultura può stare per un gesto benevolo di uso quotidiano, può invece significare un minaccioso insulto in un’altra. Se le TV riescono a registrare la gestualità semantica, saranno in grado di capire le persone indipendentemente dal loro paese di origine? Risultati dell’indagine Molti gesti di uso quotidiano cambiano enormemente tra le diverse culture. In ogni caso, alcuni inneschi comunicativi sono gli stessi in tutto il mondo. Così i gesti per “ti chiamerò” oppure “ti spedirò una mail” sono quasi identici in tutte le culture nelle quali gli individui usano agevolmente la tecnologia. Questo vale, in maniera molto simile, anche riguardo le TV. “È stato sorprendente scoprire come gestualità usate spontaneamente per le funzioni base mentre si guarda la TV – come regolare il volume, cambiare canale, mettere in pausa o mandare avanti un film – sono estremamente simili in tutto il mondo. Le persone sembrano possedere nella mente qualcosa sulla falsariga di un linguaggio dei segni universale e basilare per l’elettronica di intrattenimento”, afferma Michael Wörmann, Managing Director di Facit Digital, il partner dal quale è partita la proposta di indagine. I movimenti della mano utilizzati derivano chiaramente dai gesti quotidiani, ma anche da metafore di interazione con i computer o con device touchscreen. D’altro canto, nel caso di funzioni più complesse, come aprire una guida Tv elettronica o condividere il programma che si sta guardando per mezzo di un social media, emergono consistenti differenze tra le culture. In ogni caso, le persone hanno molte idee creative per accedere a queste funzioni con semplici movimenti della mano. “È interessante che non sia stato riscontrato nessun comportamento gestuale consistente tra i diversi paesi. Nel caso di prodotti di aziende multinazionali, questo significa che ricerche a livello nazionale sono indispensabili per assicurare l’accettazione (dei prodotti)”, spiega Christian Bopp, Managing Partner of Facit Digital. L’interazione spontanea con un dispositivo elettronico è infatti percepita diversamente a seconda dei paesi: mentre Francesi e Cinesi non sembrano avere problemi di sorta nell’inventare gestualità, Britannici e Coreani trovano la comunicazione non verbale più difficile. L’idea di far gestire alle persone i prodotti elettronici attraverso i gesti è stata accolta con entusiasmo nei paesi di tutto il mondo. Perché questo possa svolgersi correttamente in termini tecnici è comunque necessario basare ognuno di questi sistemi sul modo più spontaneo che gli individui usano per comunicare. I fattori culturali devono essere presi in considerazione paese per paese. I risultati della ricerca saranno presentati EuroITV a Como alla fine di giugno e a EuroIA a Edimburgo alla fine di settembre. Il report completo è scaricabile all'indirizzo http://www.uxfellows.com/gesture.php Cos'è UX Fellows UX Fellows è un network mondiale per la user research e la user experience. Attualmente è composto da 23 partner che conducono ricerche di usabilità e UX in oltre 30 mercati, sia sviluppati che emergenti. Processi e standard di qualità condivisi sono garanzia di una user research realizzata professionalmente ed efficientemente in tutto il mondo. Tutti i partner sono tra i massimi fornitori di user research nei mercati del loro paese, fornendo competenza nella cultura digitale locale che sta diventando sempre più importante nel mercato globale.
Di stefano (del 18/11/2011 @ 16:30:13, in Idee, linkato 5302 volte)
Capita assai spesso che dopo aver aver proposto a un cliente una o più attività di ricerca nelle quali sono coinvolte persone reali, lui chieda: "Ma non è un po' riduttivo chiedere agli utenti quello che vogliono o cosa pensano del nostro prodotto?" A parte la repulsione che provo a sentire la parola "utenti", ogni volta mi tocca spiegare, precisare, ecc. Così ho messo a punto un cappello introduttivo, che recito come un mantra prima di iniziare a illustrare le attività di progetto e che riporto qui di seguito.
Il nostro lavoro coinvolgerà i vostri clienti/dipendenti/cittadini.
Noi, però, non chiederemo loro di dirci quello che vogliono. Se necessario, ci immergeremo nel loro mondo per comprendere in che modo lavorano, come fanno le cose, le loro capacità e quello che li circonda.
Inoltre, quando sarà il momento, gli chiederemo di lavorare con noi per sviluppare un prodotto che risponda alle loro aspettative.
Infine, non gli chiederemo di dare un'opinione su quello che è stato prodotto. Nel luogo più opportuno, gli chiederemo di utilizzarlo e li osserveremo per comprendere se è adatto alle loro capacità e necessità.
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